Lavorare con Paolo Magelli
Sono nato come teatrante negli anni in cui in Teatro il centro del palcoscenico era occupato autorevolmente dall'Attore. C'erano i registi, e che registi: Visconti, Strehler, Enriquez, Squarzina, Missiroli, Orazio Costa, etc. ma erano registi che mettevano al centro del loro progetto, appunto, gli Attori. L'epoca del regista burattinaio, quello che "pensa lui a ragionare, tu devi solo eseguire, ancora non c'era quando io ho cominciato questo mestiere. Ho sempre lavorato con registi che amavano gli Attori e ho imparato molto da loro. Gianfranco De Bosio per esempio mi ha insegnato tanto e con lui negli anni di Venetoteatro sono cresciuto.. E poi Massimo Castri, non certo un carattere facile, ma un grandissimo uomo di teatro e grande conoscitore dell'arte attoriale. Con lui gli attori diventavano più bravi. Insomma non nego la funzione del regista, ma io sono un Attore e non ho mai amato quei registi per quanto grandi che "usano" l'attore come una pedina. E ho maturato l'idea che dovevo diffidare dai registi "moderni". E quando ho conosciuto Paolo Magelli, grazie a Valentina Banci, non ho cambiato la mia idea. Mi piaceva il suo Teatro, ma quando mi capitava di andare ad assistere alle sue prove lo sentivo sempre urlante e aggressivo e la cosa non mi piaceva.
Ma mi piacevano molto i suoi spettacoli: Animali nella nebbia, Giochi di Famiglia, Hotel Belvedere, fino al suo straordinario Quai Ouest di Koltes. Ma ero sempre e comunque un suo appassionato spettatore e non un suo attore. Per una strano destino non si creava mai l'occasione per lavorare con lui. Finchè non è arrivata Medea.

Fin dal provino per il ruolo di Creonte ci siamo capiti subito e non c'è stato bisogno di tante parole. Il ruolo era mio e finalmente avrei lavorato con lui. Anche se temevo il suo "caratteraccio". Infatti il primo giorno in cui toccava lavorare la mia unica scena, quella di Creonte con Medea, cominciò subito ad aggredirmi. Mi dissi:" Eccolo" Che faccio? Sto zitto o reagisco?" E decisi di stare zitto. Pensai che era più giusto cercare di capire cosa volesse da Creonte e da me e poi caso mai avrei "reagito". Non fu facile. Io sono piuttosto permaloso e insicuro. Confesso di aver pensato di prendere il primo aereo, ma mi piaceva tantissimo il Creonte che voleva che io facessi. Era stranamente poi "facile" da fare. Una recitazione moderna, asciutta, ironica e terribile insieme. E la cosa mi piaceva, mi piaceva tantissimo e mi piaceva tantissimo il lavoro che faceva col Coro, con Medea e, insomma, sentivo che stavo dentro a un grande progetto. Provavo sensazioni ed emozioni che avevo provato tanti anni prima solo con Castri. E decisi di affidarmi completamente a lui e alla sua folle poetica. E piano piano giorno per giorno capii che Paolo non è il regista stronzo che non ama gli attori e li offende (ce ne sono tanti). No Paolo è semplicemente un Artista Vero, e come tutti gli Artisti veri onesto, esigente e folle. Perché Paolo è un Artista Folle. Anche se, in quella sua passione e follia c'è del Metodo e una grande conoscenza della vita e dell'Uomo e c'è poi, nel suo Metodo, Passione Civile e Amore per il Teatro e per l'Attore, un grande Amore. Con lui qualunque Attore o Attrice è più bravo e più brava. E ho anche capito cos'è la sua aggressività durante le prove:è Passione! Creativa, Furiosa e Furibonda, ma mai violenza o cattiveria verso qualcuno, mai! Credo che Van Gogh si comportasse allo stesso modo davanti alla tela.

Paolo prima di essere un regista è un Artista, un Grande Artista. E sono felice di averlo incontrato e spero che in futuro ci saranno altre occasioni di condividere con lui la sua meravigliosa idea di Teatro pieno di Passione e di sana Follia.

Grazie Paolo.